Allergie allo smalto in gel

Oggi vi parlo di sicurezza nel settore nails, un argomento che interessa tutti: dalle estetiste serie alle guerriere del “miacuggina @10euronails”, passando per quelle che credono che “bio” voglia dire “puoi anche spalmarlo su una focaccia”.

🧴 Spoiler: i prodotti per unghie non sono fatti di macedonia. Sono chimica. Chimica buona, se sai usarla. Chimica cattiva, se pensi che “HEMA” sia il nome di un cane.

💣 E no, non sono qui a dire che sono dannosi in quanto tali. Sarebbe un po’ come se un pizzaiolo vi dicesse che la pizza fa schifo. Sono qui a dirvi che vanno usati bene. Con testa, mani (guantate), e magari anche un aspiratore che non risucchi solo i capezzoli ma anche i metacrilati.

Voglio parlarvi di chi esercita questo lavoro sorvolando le dovute protezioni. O di chi lo insegna dimenticando l’uso di guanti, mascherine, aspiratore. Per ignoranza o perché semplicemente abbia letto le parole bio, free, vengan, o quant’altro sulla scatola del prodotto. Per quanto bio e free possano essere questi prodotti non sono creme cosmetiche!

Secondo recenti studi di 13 reparti di dermatologia tra UK ed Irlanda, su un campione di 4931 pazienti testati l’ 1,5% è risultato allergico agli HEMA, e il 2,5  ha avuto reazioni almeno ad un tipo di metacrilato in generale.
È da sottolineare che in questo frangente vengono chiamate in causa 3 categorie di prodotti: gel classico, acrilico, soak off. Tutti e tre non devono mai entrare in alcun modo in contatto con la pelle, con gli occhi né tantomeno per inalazione.
Alla luce di ciò come non citare quelle splendide architetture in acrilico rimboccate a coperta sui giro cuticola delle clienti. O ancora quelle foto di grande effetto dove il raggiungimento del riflesso ideale viene ottenuto creando palle di prodotto grandi come albicocche: le colline dei ciliegi non polimerizzano nemmeno in tre primavere. All’esterno il prodotto apparirà perfettamente indurito ma all’interno, nel cuore della “patella”, resterà un pozzetto di prodotto liquido le cui molecole sono talmente piccole da penetrare la lamina e certamente la pelle. In fase di rimozione poi è il carnevale di Rio dell’antistaminico: il prodotto non polimerizzato al suo interno, una volta spaccato il polimero, volatizza in forma ancora liquida nell’aria in microparticelle sottilissime ed è ancora più facile che penetri nella pelle della cliente o dell’operatrice. Inoltre questa è una problematica che può compromettere il settore a lungo raggio in quanto chi sviluppa un’allergia ad 1 o più ingredienti difficilmente riesce a trovare prodotti con i quali lavorare. E questo spesso causa l’abbandono della professione. 

🤡 Ma quindi dobbiamo dire addio alle unghie fighe? NO. Dobbiamo dire addio al fai da te col trapano da muro e ai corsi “professionali” tenuti in salotto dalla zia Rosanna.

✅ Se fai questo lavoro, fai così:

1. Utilizza lampade di alta qualità
2. Scegli un buon aspiratore
3. Esegui strutture esatte con o senza limatura, evitando eccessi di prodotto e segui le avvertenze e modalità d uso riportate sull’etichetta
4. Utilizza guanti di ottima qualità mentre lavori e cambiali spesso (queste sostanze penetrano anche attraverso il nitrile)