Un’unghia in gel che si solleva o si sfalda è molto più di una piccola seccatura estetica. È un segnale, ben chiaro, che qualcosa – e spesso qualcosa di molto semplice – è stato trascurato. A meno che tu non voglia considerarlo un piccolo incidente cosmico, il sospettato numero uno, spiace dirlo, non è la cliente, è l’onicotecnica — ovvero tu. Ecco quindi l’analisi, senza fronzoli e con tutta la precisione di una lente d’ingrandimento, delle cause più comuni (e quelle che puoi davvero evitare) che portano ai tanto temuti sollevamenti del gel:
Cause tecniche: quando l’errore è del professionista
1. Preparazione della zona cuticolare: pterigio, questo sconosciuto
Malgrado pterigio non sia il termine tecnico corretto, è una parola che, nel tempo, è stata ampiamente utilizzata e, per comodità, la manteniamo per rendere il concetto più chiaro e facilmente comprensibile. Nel gergo tecnico rappresenterebbe una patologia dell’unghia ma il termine è stato per molto tempo utilizzato per indicare un particolare lembo di pelle morta sottile e trasparente che riveste la superficie dell’unghia soprattutto a ridosso del giro cuticola. E’ uno tra i più ma più potenti nemici dell’adesione del gel. Se non rimuovi correttamente questo tessuto, il gel ti dirà “ciao, grazie” e si staccherà dove meno te lo aspetti, ovvero nella zona più critica, quella della cuticola.
2. Errori in fase di opacizzazione
Ecco un altro passo che molti eseguono con superficialità e magari anche con la tecnica sbagliata. Ad esempio usare il buffer per questo passaggio e quanto di più sbagliato si possa fare a meno che tu non stia cercando di creare una pista di pattinaggio sul ghiaccio invece che una superficie “aggrappante”. Si utilizza una lima grit 180. Durante il passaggio, è fondamentale “alzare” le lamelle della lamina ungueale con movimenti delicati in un unico senso. Se, però, ti viene in mente di ripassare nello stesso punto (dove avevi sollevato le squame) ma in direzione opposta, che accade? Le richiudi. In pratica, se esegui male questo passaggio, è come se provassi ad attaccare il gel con la colla per dentiere.
3. Polvere come nemica silenziosa
La polvere. Così innocente all’apparenza, così letale in pratica. Minuscola, impalpabile, eppure dotata di una tenacia degna di un ex che non sa accettare la fine. Quando si annida sotto la piega prossimale o si infila nei solchi laterali, è lì che trama nell’ombra, pronta a sabotare tutto. Con l’umidità della pella diventa collosa e difficile da rimuovere. E tu, fiduciosa, ci spalmi sopra il gel come se niente fosse. E’ come mettere un foglio di carta bagnato su una superficie pulita e pensare che si asciughi da solo. Il problema non sparisce coprendolo. Mai. Bisogna ripulire benissimo la superficie dell’unghia prima di procedere all’applicazione del prodotto. Sempre.
4. Lamina non sgrassata: sabotaggio invisibile
Sgrassare l’unghia non è un’opzione. È una necessità. Usare solventi per smalto al posto di sgrassatori professionali è un errore grave. Spesso possono contenere sostanze emollienti.
Consequenza: il gel salterà come il tuo piano di risparmio a Natale.
5. Toccare l’unghia post-sgrassaggio: autogol biologico
Quando esegui un trattamento di ricostruzione unghie devi prima di tutto istruire la cliente. Una delle regole principali che dovrà rispettare sarà quella di non toccarsi le unghie con i polpastrelli dopo averle sgrassate ed opacizzate. Il sebo della pelle comprometterebbe l’adesione del prodotto.
6. Strati troppo spessi: l’illusione della copertura perfetta
Pensavi che un po’ più di gel potesse risolvere tutto, vero? Unghie più resistenti… giusto? No. Purtroppo, il gel non è un materasso. Più più lo distribuisci a caso in dosi non definite più problemi ti darà. Strati troppo spessi rallentano la polimerizzazione e peggiorano l’adesione. Senza contare i parametri di struttura.
7. Polimerizzazione incompleta: la lampada è parte del team
La lampada UV è il cuore pulsante di ogni manicure in gel. Se non è potente, se è vecchia, o se non è compatibile con il gel che stai usando, ogni strato rimarrà semisolido. È come fare un viaggio in macchina con le ruote bucate.
8. Materiali scadenti: il prezzo si paga dopo
A volte, il risparmio sui materiali è il più grande errore che puoi fare. Il gel economico ha un’ottima capacità di fare promesse, ma una volta messo alla prova, è meno resistente di una busta biodegradabile . Non importa quanto perfetta sia la tecnica, se il gel è di bassa qualità, ti abbandonerà.
Altre cause di sollevamenti: quando il problema è altrove
• Non tutto è sotto il controllo del tecnico. Ecco alcune cause che potrebbero sfuggire alla tua attenzione, ma che non puoi ignorare:
• Unghie naturalmente fragili: se sono sottili, magari assottigliate da trattamenti precedenti. Se lo strato dorsale è compromesso far aderire il gel diventa un’impresa. Spesso, nei casi più gravi, non è possibile e bisogna aspettare che l’unghia si ristabilisca..
• Cambiamenti fisiologici: ormoni, sistema immunitario, antibiotici, gravidanza, ciclo mestruale o stress influiscono sulla struttura dell’unghia.
• Contatto con acqua o prodotti chimici: soprattutto nelle 24 ore successive alla manicure. Si parla ovviamente di ammollo o contatto prolungato e persistente.
• Freddo intenso senza guanti: il freddo danneggia l’idratazione della lamina.
• Reazioni allergiche: sebbene rare, possono minare l’integrità del gel.
• Movimenti sotto la lampada UV: un semplice spostamento della mano in lampada può compromettere la polimerizzazione del prodotto.