Scegliere la lima giusta non è esattamente una questione di vita o di morte. Ma lo diventa, se stai per mettere mano alle unghie di una cliente.
Errore da evitare subito: pensare che tutte le lime siano uguali. No, non lo sono. E crederlo è un po’ come pensare che tutte le creme siano idratanti o che tutti i fidanzati siano emotivamente disponibili. Spoiler: no.
1. Grana. O meglio: quanto è cattiva la tua lima.
La grana è il numero di minuscoli granelli abrasivi per centimetro quadrato. E qui entra in gioco una regola semplice ma letale:
più basso è il numero, più la lima è aggressiva.
Insomma, se usi una lima da 80 su un’unghia naturale, preparati a scrivere lettere di scuse.
- 80-150 → solo per materiali duri. Se la usi su un’unghia naturale, potresti finire su “CSI: Manicure Edition”. Si usa di solito per rimuovere velocemente tutto il prodotto in fase di refill, ma voi avete fatto il corso fresa… vero…?
- 180-240 → La zona grigia del compromesso: perfetta per accorciare le unghie naturali, preparare la lamina o levigare il gel con grazia. Se il tuo lavoro fosse un film, questa lima sarebbe la colonna sonora: adatta, funzionale, delicata.
- 240-600 → La soft power del mondo nail: questa lima leviga.
- 1000 in su → Lucidatrice.
2. Il materiale
- Metallo → Sì, dura una vita. Ma anche i traumi meccanici. Vietata sulle unghie naturali. È come usare una motosega per rifilare un bonsai.
- Vetro → Raffinata, elegante, chic. Ma fragile come i miei sentimenti.
- Legno → Robusta, stabile, perfetta per i dettagli. Ma non ama l’umidità, né le cadute. Praticamente: una diva.
- Cartone morbido → L’umile operaia del salone: economica, precisa e fa il suo dovere senza lamentele. Si consuma? Sì. E’ usa e getta, come dovrebbe essere ogni lima. Perfetta.
- Lime adesive: il fast food dell’igiene perfetta; si attacca, si lima, si stacca. Fine. Viene applicata ad una base in acciaio, plastica o in legno. Finito il trattamento si rimuove l’abrasivo e si getta. Zero sprechi di tempo, zero compromessi sull’igiene
- Le lime a inserimento: Stesso principio: base riutilizzabile + lima usa-e-getta.
Ma niente colla, niente residui sull’anima della lima. L’anima si infila nell’abrasivo come un guanto. Risultato? Aderenza perfetta, pulizia chirurgica e nessun rischio di vedere la lima staccarsi a metà limatura
3. Forma:
- Ovale → Modella, accorcia, smussa.

- Boomerang → Per la zona cuticole: entra, gira, esce con grazia. E’ multifunzionale, è adatta adoogni passaggio tecnico.

- Rettangolare → Per levigare e rifinire. Semplice, quadrata, onesta. Un classicone.

4. Le regole non scritte (ma scriviamole, va’)
- Non limare mai un’unghia bagnata. È come limare una foglia di lattuga. Porterebbe alla delaminazione delle unghie
- Non segare da destra a sinistra come un boscaiolo ansioso. Non usare movimenti di lima veloci da un lato all’altro. Questo tipo di limatura distrugge la lamina ungueale. Il tessuto dell’unghia inizia a sgretolarsi e a sviluppare microfratture, che successivamente portano alla delaminazione e alla rottura. Una sola direzione. Una. Come le band giovanili.
- Se vuoi usare una lima nei pressi del giro cuticola bisogna che tu la tenga a un’angolazione di almeno 45 gradi rispetto alla lamina per evitare di danneggiare la pelle. E non esercitare pressione sulla lima, perché questo può far sì che la lamina ungueale diventi molto sottile.
- 5. Gli errori più comuni (e più letali) dei principianti:
- “Mi fido del tatto”.
Non controllare la cifra di abrasività della lima prima di utilizzarla. Certo. Come chi sceglie il vino dal colore dell’etichetta. Il risultato? Unghie scavate e clienti che ti scrivono in maiuscolo su Google Reviews. - “Una lima va bene per tutto”.
Certo, e con una chiave inglese puoi anche suonare Chopin. Ogni tecnica vuole la sua abrasività. Bisogna comprendere che tutte le tecnologie sono diverse; se uno richiede una limatura morbida, l’altro richiede una limatura più ruvida. Ad esempio, per lo smalto in gel si sceglie una lima a grana morbida, mentre per lo smalto in gel o acrilico è necessaria una lima a grana media. Un’abrasività non corretta comprometterà non solo le condizioni della lamina ungueale, ma anche la qualità del lavoro. Il materiale non aderisce bene alle unghie sottili e limate. Compariranno “tasche” e “delaminazioni”, segni certi di un’adesione insufficiente.