Come funziona la tua lampada per le unghie

Caratteristiche dei raggi ultravioletti

Nel vasto universo della ricostruzione delle unghie, si tende spesso a fare confusione tra lampade UV e lampade LED. Eppure, se ci si ferma a riflettere, non esistono solo queste due tipologie. In commercio, infatti, si possono trovare tre diversi tipi di lampada per la polimerizzazione dei prodotti di ricostruzione: le tradizionali lampade a bulbi fluorescenti, le lampade a LED e le lampade CCFL. A prescindere dalla tecnologia, tutte e tre emettono raggi ultravioletti, o UV, che sono la chiave per attivare il processo di polimerizzazione di gel, acrigel e semipermanenti, solidificandoli in modo da garantire una tenuta duratura. Ma andiamo con ordine.

I raggi ultravioletti, così come li conosciamo, sono emessi da numerose sorgenti sia naturali che artificiali. La più potente di queste è il sole, che emette tre differenti tipologie di raggi UV, distinguibili in base alla loro lunghezza d’onda – e, di conseguenza, al loro potere di penetrare nella pelle. Questi raggi sono:

  • UV-A;
  • UV-B;
  • UV-C.

Fortunatamente, l’atmosfera terrestre, in particolare l’ozonosfera, fa un gran lavoro di “filtro”, riuscendo a bloccare la maggior parte dei raggi UV-B e quasi tutti i raggi UV-C. In realtà, il 98% dei raggi UV che giungono sulla Terra dal Sole è di tipo UV-A, molto più “morbidi” rispetto agli altri due tipi. È proprio questo tipo di raggi che viene emesso dalle lampade usate per la polimerizzazione dei gel, ed è ben meno pericoloso rispetto agli UV-B e UV-C.

Se consideriamo lo spettro elettromagnetico, i raggi ultravioletti si collocano in un intervallo ben preciso, con lunghezze d’onda che vanno da 100 a 400 nanometri (nm). In questo intervallo, gli UV-A si estendono dai 315 ai 400 nm, gli UV-B dai 280 ai 315 nm e gli UV-C dai 100 ai 280 nm.

Le lampade a bulbi fluorescenti, purtroppo, emettono una gamma relativamente ampia di raggi UV-A (dai 315 ai 365 nm) con una certa intensità, ma non proprio al livello massimo richiesto per accelerare la polimerizzazione del gel. Per questo, sono più lente e meno precise rispetto ad altre tecnologie.

Le lampade a LED, invece, funzionano con diodi a emissione luminosa, emettendo una sola lunghezza d’onda specifica di raggi UV-A, quella che risulta essere più efficace per il fotoindurimento di determinati gel. Questo rende il processo di polimerizzazione più rapido ed efficiente.

Infine, esistono anche le lampade CCFL, una terza tipologia che unisce entrambe le tecnologie, coprendo l’intero spettro di lunghezze d’onda UV-A necessarie per polimerizzare qualunque tipo di gel. Queste lampade sono in grado di polimerizzare anche i gel più difficili in tempi molto rapidi, sebbene, ciò dipenda anche dalla compatibilità con i fotoiniziatori presenti nel prodotto.