C’è un momento preciso, esatto, chirurgico — nell’elenco approvato delle rotture di cazzo della tua giornata tipo — in cui capisci che una cliente nuova non è solo una mano da sistemare, ma un Cryptex da decifrare. Dovrebbe essere un evento apparentemente semplice — una donna si siede, un’unghia cresce, un gel polimerizza. Le mani sono lì, sul tavolo, esposte come due confessioni. Tu sorridi, ti presenti. Lei sorride. E poi: il vuoto pneumatico. E non perché manchino gli argomenti, ma perché il 90% di quelli che ti vengono in mente ti sono vietati dal buon senso.

“Hai figli?”

Troppo intimo.

“Convivi?”

Terreno minato.

“Che lavoro fai?”

Risposta: “Sono disoccupata”

Fine ingloriosa.

Il problema delle prime sedute è che ogni argomento è una mina sociale pronta a brillare. Tutti tranne uno: il re indiscusso degli spunti di conversazione. L’imbattibile. Il sempiterno : l’ex.  C’è sempre un ex di cui una cliente non vedrà l’ora di vomit …ehm parlarti. Sarà un’esigenza segretamente bramata ma costante che salterà fuori al primo pretesto. Accadrà così. Una frase gettata lì, con l’apparente innocenza di un “tanto per dire”, come si fa con le briciole per le papere nei parchi e all’improvviso “ questa è la canzone che ascoltavo sempre quando ho lasciato il mio ex”.

Stop. Tutto si ferma.

Come in quei film dove il tempo si congela, la macchina da presa ruota intorno ai protagonisti e tu capisci che sei appena entrata in un’altra dimensione. È l’innesco narrativo. Il ponte levatoio dell’inconscio. Il Big Bang relazionale da cui si diramano galassie di dettagli, giudizi, recriminazioni e piccoli sassolini rimasti nella scarpa del cuore — dal 2014.

E attenzione: non è semplice gossip.

E’ un trattato di teologia apofatica del rapporto di coppia.

Parlerà  dell’ex per ribadire tutto ciò che non è riuscita ad essere “PER COLPA SUA!”

Tu nel frattempo limi ed archivi. Ascolti tutto con lo spirito di un tassidermista: conservare l’essenza, senza farla marcire. La cosa geniale — e devastante — è che con un solo casus belli  sei già al terzo livello di conoscenza della cliente.

Hai scavalcato la cortesia, aggirato la diplomazia, bypassato i filtri sociali.

Non sai se ha figli, ma sai se ha pianto davanti a un messaggio visualizzato senza risposta. L’ex è stato una sorta di entità mitologica, una creatura resuscitata come un fantasma da un film di serie B, con una trama che non ha mai né capo né coda, ma che tu, da onicotecnica, sei obbligata a ascoltare come se fosse la rivelazione del secolo. Ognuna ha la propria collezione personale di casi umani maldestramente nascosta”. Ma non fidarti mai quando sentirai le parole “ho lasciato lui ma mi sto vedendo con un altro”. Non incitare, non spronare, non dire assolutamente niente. Limitati ad annuire distrattamente. Perché 3 volte su 4 è peggio del precedente.