Capita spesso — troppo spesso — di sentire, anche in contesti professionali, la frase: “Asciugare in lampada per 60 secondi”. È pronunciata con l’aria solenne di chi sta rivelando un segreto alchemico, eppure contiene una discreta dose di fraintendimento tecnico, lessicale e concettuale. Perché ciò che avviene in una lampada UV o LED non ha nulla a che fare con l’essiccazione. E nemmeno con l’asciugatura.
Ma partiamo da ciò che vediamo: un materiale liquido o semifluido, contenuto in una boccetta elegante, che una volta esposto alla luce si trasforma in una superficie solida, lucida, resistente. I più lo chiamano “gel”, “smalto gel”, “polygel” — in ogni caso, si tratta di polimeri. La parola “asciugare”, però, qui c’entra come un tostapane in una lezione di astrofisica.
Asciugare, da definizione, significa eliminare l’umidità da una sostanza tramite esposizione all’aria. Ma i materiali utilizzati nella manicure non contengono acqua e, soprattutto, non si basano su alcuna evaporazione. Non si seccano, si trasformano.
Ma vediamo da vicino di cosa si tratta.
I gel, gli smalti semipermanenti e i polygel appartengono alla vasta e affascinante categoria dei polimeri, parola che deriva dal greco “poly” (molti) e “meros” (parti). Si tratta di macromolecole composte da lunghe catene di unità ripetute, chiamate monomeri, che si tengono insieme con la tenacia tipica della chimica organica e una certa inclinazione alla permanenza.
Questi materiali hanno un peso molecolare così elevato da far sembrare l’idea di “liquidità” quasi un atto di cortesia — una temporanea concessione all’applicazione. Infatti, è solo grazie a una specifica reazione chimica, la polimerizzazione, che passano dalla fase fluida alla forma solida. La fotopolimerizzazione è una trasformazione che avviene esclusivamente sotto l’azione della luce ultravioletta.
Nel momento in cui il materiale viene esposto alla luce UV, si innesca un processo in cui i fotoiniziatori — molecole progettate con precisione chirurgica — si attivano e fanno partire una cascata di reazioni che portano all’indurimento del prodotto. Si tratta, in sintesi, di un cambiamento strutturale irreversibile, che non ha nulla in comune con la semplice evaporazione.
Ed è proprio questa caratteristica che rende i gel così preziosi: non induriscono finché non lo decidi tu. Fino all’esposizione alla luce, restano lavorabili. Non corrono, non scappano, non tradiscono. Ti aspettano.
Un comportamento che, se vogliamo, è raro anche in certi ambienti umani.
Quindi… polimerizzate ragazze, polimerizzate!