Di quante punte ho bisogno per una dry manicure?

Come tutte, nel corso del tempo, ho acquistato una varietà indefinita quanto inutile di punte fresa per la dry manicure di ogni forma e diametro.

Ma alla fine dei giochi sul mio tavolo da lavoro fanno sempre capolino le stesse 1/3 punte diamante.

Si differenziano principalmente per forme a punta tonda o appuntita.

Le prime (punta tonda), sono utilizzate per levigare la pelle, assottigliare e tagliare la cuticola in eccesso.
Tutte si distinguono nelle loro tre parti fondamentali

  1. Punta (-)

2. Guancia (leviga, alza i lembi di pelle morta ed assottiglia)

3. Pancia (rimuove e taglia)

Dunque la vera distinzione non si fa per forma ( palla, pera, mandrino) ma per qualità della grana e diametro. Io personalmente preferisco abrasività più delicate, tra gialla e rossa. Questo perché grazie alla sottigliezza della grana è possibile levigare ed applicare una pressione più incisiva sulla pelle per rimuovere la cuticola in modo immediato senza rischiare di incorrere in arrossamenti e microlesioni.

La punta fiamma è una delle punte più utilizzate da noi onicotecniche; nelle parti di cui si compone è la capacità di adempiere a tutte le fasi principali della tecnica di dry manicure. Da sola assolve alla funzione di

  1. Inserirsi quanto basta nella tasca (punta), alzare la cuticola e trattare la pelle (guancia)
  2. Levigare, lavorare i valli
  3. Rimuovere e tagliare all’occorrenza (pancia).

In questo caso utilizzo un’abrasività bassa o media in base alla qualità della pelle da trattare. Per eseguire un lavoro molto pulito è anche molto utile la punta in silicone da utilizzare in sinergia con un olio nutriente per ottenere un effetto ultra levigato.
Per eseguire un buon lavoro non occorrono più di una/tre punte massimo, state attente ai corsi che prevedono l’utilizzo di troppe punte perché vi stanno vendendo una tecnica prolissa, poco efficace ed improponibile in salone.